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Un racconto di terra, di vino e d'umanità La decima edizione di Orcia Wine Festival si è appena conclusa. Giusto un paio di giorni di decompressione per rimettere in ordine i pensieri e recuperare le energie ed è il momento di iniziare a raccontarvela. Quattro giorni dedicati al vino più bello del mondo, l'Orcia Doc, nel cuore della terra da cui nasce, la Val d'Orcia. Più precisamente, a San Quirico d'Orcia, nelle magnifiche stanze del Palazzo Chigi Zondadari, un miracolo del tardo barocco con la sua leggerezza compositiva, la luminosità cromatica e la ricerca attenta del particolare elegante e prezioso. Quattro giorni di festival che hanno celebrato il vino

Due case e due cuori in una ricetta Da qualche anno ormai per ragioni di studio e di cuore divido la mia vita tra la Val d’Orcia e Firenze. Nei vari tentativi, più o meno riusciti, di coniugare le mie due vite, la cucina mi è venuta in soccorso con una ricetta: la schiacciata con l’uva. TRADIZIONE E SEMPLICITÀ La schiacciata con l’uva, ricetta tipica del Chianti. è uno dei miei dolci preferiti. Le origini di questo piatto sono umili e antiche. Di solito, in campagna l’impasto per il pane si preparava una volta a settimana e se ne ricavava preparazioni diverse. In tempo di vendemmia una parte di impasto veniva

Racconto di una notte di stelle e di vino Sarà il vino, saranno le stelle… di certo l’atmosfera della notte di San Lorenzo è magica e unica. Certe alchimie sono difficili da spiegare e più provi a spiegarle e più si complicano. È un po’ come il vino che è sublime solo grazie alla convergenza di molti fattori diversi, il cui singolo contributo è difficile da isolare e interpretare. È il pomeriggio del 10 agosto e Castiglione d’Orcia è pronto ad accogliere Calici di Stelle. Mentre il borgo a poco a poco si riempie e gli organizzatori mettono a punto gli ultimi dettagli comincia la degustazione in Sala d’Arte San Giovanni dove

VAld’O: Dove si coltiva cultura, si mangia bene e si beve meglio Sabato sera, 30 giugno, raggiungo San Quirico d’Orcia accompagnata dai miei genitori e dagli amici di sempre, Francesco e Rebecca, e insieme ci avviamo verso la porta di Vald’O, stasera occasionalmente chiusa. Fuori c’è Antonio che ci aspetta. Dopo un caloroso abbraccio, con un mezzo sorriso mi dice ‘’hai visto cosa c’è scritto nella lavagnetta?’’ Mi giro e leggo STASERA DA NOI C’È ELENA! QUINDI CHIUDIAMO ALLE 20. Scoppio a ridere e dopo una foto di rito lo ringrazio sinceramente; ogni volta che vengo qua mi sento travolta da un’ondata di affetto. In poco tempo Vald’O è diventato per

Ovvero divagazioni sull'avvenire Il Banditone è qualcosa di più della pura geografia. È  il luogo che in questi anni ha catalizzato i nostri progetti, le nostre gioie e anche le nostre sconfitte. Fin dal primo giorno in cui è nato Campotondo è stato per noi il qui e l’altrove. Basta guardarsi intorno per capire che è un luogo speciale, abbraccia la Val d’Orcia e la Val d’Orcia l’abbraccia in uno scambio di biunivoca felicità. E allora un paio di settimane fa ci siamo ricascati di nuovo e, come si fa con il primo amore, abbiamo riposto lì ancora una volta tutte le nostre speranze e aspettative per il futuro. [vc_row content_text_aligment="center" css=".vc_custom_1491992053489{padding-right: 4%

Un vino anarchico per un'annata sovversiva Ci sono annate che non nascono per essere grandi ma alla fine riservano delle sorprese, la 2017 è una di queste. Dopo un inverno senza piogge e un’estate caldissima si prospettava una vendemmia con rese molto basse e uve difficili da gestire in cantina. Alla fine però il nostro Tavoleto ci ha stupito ancora una volta. [vc_row content_text_aligment="center" css=".vc_custom_1491992053489{padding-right: 4% !important;padding-bottom: 20px !important;padding-left: 4% !important;}"][vc_column][vc_column_text] Forse perché tra tutti i vini di Campotondo è il più anarchico, in fondo lo è sempre stato. [/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row content_text_aligment="center" css=".vc_custom_1491992058995{padding-right: 4% !important;padding-bottom: 10px !important;padding-left: 4% !important;}"][vc_column][vc_column_text] Le prime viti che il babbo decise di piantare nel 2000 erano proprio di chardonnay

Un viaggio attraverso l’Orcia Doc in 16 etichette È sabato 21 Aprile e il cielo sopra San Quirico d’Orcia è di un azzurro così intenso che a guardarlo fisso disorienta. È il primo giorno di Orcia Wine Festival e si prepara un’apertura in grande stile con un’ospite d’eccezione: Richard Baudains, wine writer per Decanter.    Anche la location non è da meno. Siamo al secondo piano del Palazzo Chigi Zondadari, nella bellissima sala che già da qualche anno l’Amministrazione Comunale ha riservato alla Sezione Onav di Siena. Basta alzare gli occhi verso il soffitto affrescato, un cielo color pastello su cui si muovono figure leggiadre e armoniose, per capire che siamo nel

Tra Assaggi e Paesaggi La nona edizione di Orcia Wine Festival celebra il felice connubio tra la natura e l’uomo che in Val d’Orcia è esperienza reale e assoluta. Il tema di quest’anno è infatti “paesaggi divini Orcia”. Divino è un aggettivo che si addice alla bellezza di questi luoghi e dei vini che vi nascono, divino è chi rende grandiosa l’architettura di questa valle con il proprio lavoro e la propria intelligenza. Sono pochi i paesaggi al mondo in cui la mano dell’uomo è artefice della fortuna di un territorio, la Val d’Orcia è uno di questi. Qui l’elemento antropico e naturale si incontrano e si fondono, dando vita

Mi presento: sono Elena e quando 18 anni fa è iniziata l’avventura di Campotondo avevo 5 anni e ancora tante bambole da pettinare. Eppure, i pochi ricordi che custodisco della mia infanzia sono tutti indissolubilmente legati al vino. Ricordo la messa a dimora delle prime viti, quelle stranissime piantine blu tutte barbute. Ricordo l’entusiasmo del primo imbottigliamento in cui riempivamo le bottiglie una ad una per poi chiuderle altrettanto artigianalmente con una tappatrice manuale. Ricordo la progettazione attenta del logo e delle etichette, i mille viaggi allo studio di grafica e le prime prove di stampa. Ricordo la curiosità e il fascino nel veder roteare i calici, nell’assistere