Tartare al Tocco

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Tartare al Tocco

VAld’O: Dove si coltiva cultura, si mangia bene e si beve meglio

Sabato sera, 30 giugno, raggiungo San Quirico d’Orcia accompagnata dai miei genitori e dagli amici di sempre, Francesco e Rebecca, e insieme ci avviamo verso la porta di Vald’O, stasera occasionalmente chiusa.

Fuori c’è Antonio che ci aspetta. Dopo un caloroso abbraccio, con un mezzo sorriso mi dice ‘’hai visto cosa c’è scritto nella lavagnetta?’’ Mi giro e leggo STASERA DA NOI C’È ELENA! QUINDI CHIUDIAMO ALLE 20.

Scoppio a ridere e dopo una foto di rito lo ringrazio sinceramente; ogni volta che vengo qua mi sento travolta da un’ondata di affetto. In poco tempo Vald’O è diventato per me un luogo del cuore, credo che sia perché è animato da persone vere ed è pieno di due delle cose che amo di più: carta e vino.

Prima di entrare mi soffermo ad ammirare la vetrina, che più che una vetrina è una finestra sulla magnifica terra e sul mondo. Non solo ci sono libri e riveste bellissime scritti in più lingue, stasera c’è anche il logo di Campotondo ed è una gioia per gli occhi e per il cuore.

Tra le virgolette di Vald’O si legge:

‘’Quando il sole vince
sulle tenebre
la bellezza sulla mediocrità
la poesia sul male
il vino buono dell’Orcia
su ogni forma di
sofisticazione culturale’’

 

Entro e dentro c’è Valentina, che stasera ha il viso stanco ma non per questo mi risparmia sorrisi e affetto. Mi guardo intorno. Ogni angolo è inondato dalla bellezza della carta e dall’orgoglio dei vini dell’Orcia.

Poco a poco Vald’O si riempie di gente bellissima, amici di lunga data e nuove conoscenze si siedono ai tavoli e animano quella quiete quasi irreale che c’era fino a un attimo prima.

Iniziamo con il Tavoleto 2017 che accompagna un’ottima pappa al pomodoro e il pecorino erborinato di Pianporcino. Passo tra i tavoli e, mentre servo il vino, racconto che Campotondo nasce proprio con alcuni filari di chardonnay piantati in un terreno di famiglia, al Tavoleto appunto. Racconto l’anima anarchica di questo vino, un grande vitigno internazionale piantato alle pendici del monte Amiata in un vigneto interamente allevato ad alberello. Brindiamo e ci gustiamo la meraviglia del ‘’chilometro pigro’’, come dice Antonio.

 

Poi Valentina serve la tartare al coltello di Samuele, il bravissimo macellaio de La Bottega delle Carni, ed è la volta del Tocco, il protagonista annunciato della serata. Cominciamo dall’annata 2015, sono le prime bottiglie che fanno capolino dalla cantina ed è un piacere assaggiarle insieme agli ospiti e scambiare opinioni. Concordiamo all’unanimità che è ancora giovane ma ha stoffa; varrà la pena aspettare del tempo.

Poi arriva sua maestà Il Tocco 2010. Le annate eccezionali sono eccezionali perché capitano di rado e la 2010 è davvero un’annata eccezionale. Tale è il suo potenziale ancora inespresso che qualcuno dice che è un peccato berlo, bisognerebbe aspettare qualche anno. Qualcun altro dice giustamente che è bene berlo adesso perché chissà dove saremo tra qualche anno. Tutti ridono e rido anche io mentre penso che il 30 giugno di un anno imprecisato, da Vald’O, apriremo una bottiglia di Tocco 2010. Questa è una promessa.

La firma sarda di Valentina chiude la serata con il buonissimo mirto della sua terra e i dolci del forno del Caselli.

La serata trascorre tra chiacchiere, brindisi e risate. Antonio e Valentina si siedono al nostro tavolo, ci scambiamo qualche commento a caldo sulla serata, le solite divagazioni e poi i nostri progetti insieme, tanti e fertili.

Certe serate vorresti che non finissero mai. È passata la mezzanotte e quando esco dalla porta di Vald’O mi assale un misto di nostalgia e felicità.

Ci saranno altre serate così, lo so, anche questa è una promessa.

Grazie di cuore a tutte le persone che sono state con noi e grazie a Valentina e Antonio (per voi le parole non bastano).

Elena Salviucci, nata il 4 settembre 1995, frequenta il liceo classico di Montepulciano, già in quegli anni lavora attivamente in azienda occupandosi di accoglienza e partecipando a fiere internazionali ed eventi per Cantina Campotondo. Da sempre appassionata di viaggi e comunicazione si iscrive all’Istituto di Alti Studi SSML Carlo Bo di Firenze dove si laurea nel 2017 in mediazioni linguistiche. Dopo la laurea frequenta il Master in Marketing e Management per le Imprese Vitivinicole presso l’Università degli Studi di Firenze. In contemporanea con gli studi, frequenta il corso di qualificazione professionale con l’Associazione Italiana Sommelier e consegue il diploma di sommelier. Nella primavera 2018 apre il suo blog “A Piccoli Sorsi” per raccontare da vicino Campotondo e la sua esperienza nel mondo del vino.

elena.salviucci@gmail.com

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